mercoledì 2 settembre 2015

Tudo ou nada


Esistono luoghi unici, mondi avulsi da ciò che li circonda. Sono al contempo confine e limite. "Dove la terra finisce e il mare inizia". Scogliere irte che ispirano scalate o discese improbabili, mentre l'oceano luccica in fondo nonostante il sole vada e venga, impazzito come l'umore di chi ti rigira in testa.

Folate di vento. Urla disperse. Di fronte un continente impercettibile. E all'improvviso mi ritrovo lì, isolato dalle tempeste, scrutando quell'infinito pauroso e stimolante. E mi ricordo di ciò che disse Pablo Neruda una volta terminata la sfiancante scalata che da Cuzco conduce a Machu Picchu: "Mi sono sentito talmente piccolo...".

Una febbre repentina, durata pochi secondi. Il resto è un ricordo che né una foto né una pagina scritta possono immortalare. È tutto negli occhi. E nel cuore. Quel tutto o niente, "tudo o nada" che risuona tambureggiante nella notte di Alfama, quando una melodia affascintante invade il tuo udito, lasciandoti immerso in un soave stupore, che sublima una giornata come poche.

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