martedì 21 luglio 2009

FutuRisiko


Oggigiorno è possibile trovare dappertutto una mappa, un planisfero, un atlante, un mappamondo: confini ben delineati, colori per distinguere le nazioni. Tuttavia, nonostante le mappe fisiche siano così ben dettagliate, la stessa cosa non si può dire per quanto riguarda le mappe politiche, soprattutto in Europa.
Siamo forse tornati all'inizio del secolo, quando le due Grandi Guerre dovevano ancora stabilire esattamente a chi appartenesse l'Istria o l'Alsazia - Lorena? Assolutamente no, siamo nel 2009, è stata istituzionalizzata l'UE e dal trattato di Maastricht il decentramento politico è all'ordine del giorno.
Eppure l'eccentrico blog "cominganarchy.com" vede nel periodo attuale un focolaio di potenziali smembramenti, di decentramenti, pardon, separazioni imminenti. Sarà stato il Kosovo? Sarà stato il sempre più incipiente peso politico della Lega Nord in Italia?
Fatto sta che, secondo tale blog, il 2020 sarà un nuovo 1848, i confini cambieranno, la frammentazione sarà un fenomeno schiacciante che abbraccerà non pochi paesi europei, e attenzione, i paesi in questione sono le colonne portanti dell'UE.
Tuttavia molti dubbi sono legittimi: in primis, vedere il sud della Germania allontanarsi da Berlino oppure la Bretagna dire "adieu" all'Eliseo, sembrano pura fantascienza; in Italia poi, meglio essere realisti, una separazione della "Padania" sovvertirebbe l'intero organigramma creato da Maroni nella realtà attuale italiana, dove la Lega pretende innanzitutto far sentire la sua voce, ma sa benissimo che senza gli elettori del Sud ( e purtroppo ce ne sono) e senza l'alleanza con Berlusconi non potrebbe governare neanche Verona.
Casi che rasentano il paranormale, sarebbero poi quelli della Sardegna, ma soprattutto della Corsica, chi potrebbe mai immaginarsi queste due ridenti isole che si autodeterminano ed autogovernano? Inoltre la Corsica è consapevole degli ingenti vantaggi che consegue sotto il welfare dello stato centrale insediato a Parigi, dunque la presunta indipendenza sarebbe un atto meramente plateale, ma poco concreto.
Diverse sono le questioni riguardanti la penisola iberica, dove i risentimenti di Catalunya ed Euskadi nei confronti del governo centrale sono atavici, nonostante siano dettati più da ragioni economiche che prettamente sociali o antropologiche; inoltre, che fine farebbero le lobby che regolano la politica delle due "Comunidades Autonomas" il giorno in cui la tanto agognata indipendenza sarà ottenuta?
Forse molti dimenticano che il Kosovo, la presunta molla di nuovi movimenti indipendentisti, è solo l'ultimo stato in ordine di tempo, che viene fuori dalla esasperante e logora guerra dei Balcani, in un territorio già marcio e devastato da anni di malgoverno... Adesso, qualcuno avrebbe l'ardire di paragonare l'ex Jugoslavia, crocevia tra Europa ed Oriente, alla Spagna, all'Italia, o addirittura alla Germania?
ai posteri l'ardua sentenza

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