martedì 30 dicembre 2014

2014


35 gradi. La prima volta al cinema da solo. Un acquazzone. Il primo inizio estivo

Cambiar el tío por el boludo. El vosotros por el ustedes y, de paso, empezar a sesear

Psycho Killer, qu’est- ce que c’est , papapapapapapa...

Un gruppo di sconosciuti che diventano amici in poche ore

Otro grupo de desconocidos que llenan las mañanas de los domingos hasta llenar el corazón

Passe, passe, passera la dernière restera

Un mondiale di calcio che passa in secondo piano


Iguazú. Frontera natural. Sindrome de Stendhal. Sin pestañear

N.Y. e un amico eterno, con poche risorse e molta inventiva

La grande vadrouille d'automne

Hackney Wickness

Andata e ritorno

Mal d'Asia

Yo, ya no soy yo. O al menos no soy el mismo yo interior



giovedì 18 dicembre 2014

Días grises

La humedad se olía desde lejos, con el cielo pintado por nubes cargadas de agua. El gris de arriba contaminaba el ánimo, quitándole color a las emociones y a los gestos cotidianos, atrapados en una realidad diaria aséptica y fuera de lo pensado. Rehén de una condición temporal querida pero forzada, en la que me encontraba aislado, no por mi decisión.

El canal, aparentemente infinito, seguía su camino acompañado por barcos cuyo calor emetía un humo que brotaba. Un humo gris. como el cielo. Caminando bajo la llovizna, con el aliento partido, intentaba buscar una solución. Y no la encontraba. La mirada hacia adelante, más vacía... El frío que movía las piernas y una frase emblemática pero clara a la vez intentaba encender una jornada nacida apagada de por sí.


No sabía que iban a ser los últimos momentos grises en aquel lugar. Sí sabía que no serían los últimos momentos grises por dentro de un año fantástico, cuyo último mes sería más amargo, como un sorbo de veneno en el fondo de un vaso de néctar.

Los días grises de noviembre empezaban a trazar una bajada en picado. Con el riesgo de unas cuantas caídas. El sol volvería, poco a poco. En algún momento. Y con el sol las sonrisas y la alegría.


lunedì 15 dicembre 2014

Rendere possibile l'impossibile

Non amo la facilità. Non mi stimolano i risvolti semplici. Non mi attira ciò che è già pronto per essere apprezzato. Preferisco, da sempre, arrovellarmi il cervello e accapponarmi il cuore. Non a caso tifo Napoli. Anche giorni fa, dopo un'assenza di quasi 4 mesi allo stadio, ho strabuzzato gli occhi e sofferto per un pallone che rotola così come mi accade quando amo qualcuno.

Per non parlare di oggi, quando una sconfitta amara accorcia ulteriormente delle giornate già di per sé abbastanza scure, in attesa del solstizio di inverno, che psicologicamente viene da me accolto in maniera positiva, perché segno delle ore di sole che aumentano.




I periodi che abbattono, fisiologicamente o meno, sono dei pedaggi da pagare di tanto in tanto. Occorre attutire il colpo per poi respingerlo con forza. L'umore del tifoso descrive come nient'altro l'altalena interna delle persone: a me non piace vincere facile. Ed è per questo che tifo Napoli, è per questo che rischio continui travasi di bile, ed è per questo che preferisco rischiare continuamente fino a rompermi la testa, alternandomi tra un appiglio e un altro.

Rendere possibile l'impossibile, apparentemente un'impresa. La motivazione è però estrema. È una sensazione di adrenalina continua nella quale corpo e sentimenti vengono travolti. È un urlo vibrante e ricorrente. È un viaggio costante. Forse infinito. Come quell'azzurro tra il cielo e il mare. O forse no. 

martedì 2 dicembre 2014

Chagrin


Il pleure dans mon coeur
Comme il pleut sur la ville;
Quelle est cette langueur
Qui pénètre mon coeur ?

Ô bruit doux de la pluie
Par terre et sur les toits ! 
Pour un coeur qui s'ennuie,
Ô le chant de la pluie !

Il pleure sans raison
Dans ce coeur qui s'écoeure.
Quoi ! nulle trahison ?...
Ce deuil est sans raison.

C'est bien la pire peine
De ne savoir pourquoi
Sans amour et sans haine
Mon coeur a tant de peine !