venerdì 9 gennaio 2015

Silence bruyant

"This is the end. Hold your breath and count to ten"

Non. Je ne suis pas Charlie. Je compose mes dessins avec le mots que je collecte petit à petit. J'essaye de donner du sens a ces mots, même si j'arrive pas à faire étalage de mon talent dans une langue qui j'aime mais qui cache encore trop de secrets.

Je prefère me tromper, plusieurs fois. Après je pourrai mieux comprendre mes fautes et apprendre. Comme aller en velo. Pour ne plus tomber dans le future. Le gris de ma ville m'amene au gris de Paris, où le ciel est triste pour la tempête qui vient de paralyser les vies de mes amis, des personnes qui je connais.


Quelquechose m'empêche de savoir tout, de suivre toutes les pistes. Je préfére me cacher derrière un silence bruyant. Une sensation d'impotence, comme pendant ce moment dans lequel je bouge mes doigts sur le clavier, m'inquiéte. 

Alors, mieux que le temps fasse son travail. Le respire aide à vider la tête et baisse les tensions du coeur. Donc, je respire.

domenica 4 gennaio 2015

Lo scultore del legno

Non ricorderò mai il suo nome. O forse non l'ho mai saputo. Era lì, seduto alla ben meglio al crocevia tra una discesa e una salita tra due sentieri diversi che si inoltravano tra le cascate più dolci del pianeta. Il rumore del suo arrivo mi aveva fatto trasalire. Esageratamente assorto dal continuo scrocio dell'acqua, ero indeciso sulla direzione da prendere. Poi lo vidi. E mi diressi verso di lui.

La gamba destra era l'unico appoggio rimasto dei suoi giorni di svago da adolescente, quando rincorreva un pallone o un amico mentre giocavano a nascondino. Mi avvicinai a lui, intento a battere colpi di martello su uno scalpello poggiato su un legno particolare. Non ricorderò mai neanche il nome di quel legno così pregiato. Ricordo solo che iniziò a parlarmi prima che io potessi chiedergli qualsiasi cosa.


Traspariva dal suo sorriso una disponibilità unica. Un'umanità riscontrata in molte persone dell'altro emisfero. "A quindici anni rimasi senza una gamba e allora fui costretto a inventarmi qualcosa per passare il mio tempo". Con tutta la serenità che trasmetteva il luogo, il mio nuovo amico si avvicinava inesorabilmente al mio cuore, lasciando che una pausa improvvisata assumesse l'aspetto di una piacevole e sorprendente scoperta.

Il ritmico colpo del martello disegnava poco a poco un viso nel legno. Un battito di cuore. Un rumore lieto. La sua abilità riecheggiava con le cascate in sottofondo e l'arcobaleno all'orizzonte. Non ricorderò mai il nome di questo scultore di legno. Così come lui non ricorderà mai il mio. Mi accontenterò di aver condiviso qualche minuto di vita con qualcuno che non si è mai arreso e attraverso il legno tramanda la sua arte.