sabato 21 giugno 2014

Graffiti crespi

Ogni 4 anni arriva puntuale quel mese di fremiti e passioni al cubo, fatto di tantissimo pallone, fischi, grida, birre e pianti. Il cuore di ogni attonito scrutatore di una sfera che ruota si incanta, come davanti a un pendolo che lo ipnotizza. Tutto il resto non conta, è semplicemente una cornice di un fuoco che divampa e concentra su di sé gli sguardi e le attenzioni. Apparentemente.

Perché il mondiale prende. Ma nel frattempo il mondo va avanti, gira come un pallone calciato ad effetto e poco a poco provoca nuove sensazioni, nuovi stimoli. Allora gli occhi si allontanano dalle traiettorie stilizzate proiettate da degli scarpini di cuoio e scoprono che c'è dell'altro che si muove. L'aria è meno tersa. Le sensazioni estranee all'evento planetario, se percepite, risultano più potenti, maggiormente penetranti.



Tra un giorno di pioggia, nottate infinite tra freddo e attese interminabili per respirare aria nuova, il tempo scorre lieto, troppo rapidamente o decide di fermarsi a riposare, come volesse sfidarti. Beffardo come sempre, accelera quando tu vorresti agguantarlo e rallentarlo, mentre si rilassa e ti corrode quando vorresti che fuggisse verso il futuro. La confusione irrompe e si para dinanzi come un dei graffiti crespi notati l'ultima sera di un breve periodo di sorrisi a profusione.

E nuovamente davanti si intravedono montagne nuove da scalare, con molti km a dividere dalla metà, mentre la vertigine, amplificata dalla presenza del grande evento, ormai periferico e secondario, si impadronisce di te e inizia a farti volare con la mente, proiettandoti oltre l'immaginazione. E capisci che l'equilibrio esatto tra il passato e il futuro è solamente il presente, quello che vivi secondo dopo secondo, mentre le tue dita poggiano su dei tasti e disegnano il tuo pensiero.


Nessun commento:

Posta un commento