lunedì 5 maggio 2014

Abitudini

A che servono un paio di scarpe nuove, quando le tue continuano ad allacciarsi e sostengono la tua scoliosi? Non è meglio evitare qualche birra in più? La mancanza di budget effettivo aguzza l'ingegno e la scaltrezza. È quasi divertente dover centellinare le proprie risorse inseguendo degli obiettivi. Perché il fine ultimo non è arricchirsi, quanto urlare al mondo l'ebbrezza per una sorta di realizzazione, breve o effimera che essa sia.

Poco fa ho discusso con un amico fraterno, anch'essi emigrato e sognatore, nonché con un portafogli piuttosto esile e senza entrate fisse, riguardo la nostra situazione. Entrambi dall'altro lato del mondo, in perenne jet-lag con la madre Europa, abbiamo parlato di abitudini, routine e motivazioni.

Gli sbadigli frequenti, l'assenza di ritmo assimilato e i pomeriggi accidiosi sono una costante nello scorrere delle mie giornate argentine, alla ricerca continua di una storia da raccontare e di pagine nuove da scrivere, a più a lungo termine. Tutto ciò è figlio di una mia scelta, ponderata per mesi. Cercare un'abitudine, quando non se ne sente il bisogno, è una forzatura. L'arte di arrangiarsi è un dono, ma va perfezionata durante lo scorrere degli anni. È un tipo di forgiatura particolare, meno raffinata, più ruvida, più vera.


Ora che ancora posso, ho deciso di rinunciare all'abitudine, o alle abitudini, escluso il caffè la mattina e il Napoli. I viaggi, purtroppo, ancora non possono essere catalogati come tali. Ed è proprio per questo motivo che ho scelto di non dipendere da niente e da nessuno. Il tempo non è infinito e ognuno lo 'ammazza' come meglio crede. Io preferisco godermelo, lontano da quattro pareti dove della gente attonita prova a interagire secondo dei dettami prefissati, lontano da sveglie, da firme e da agende fitte di impegni.

Precario, come non mai, ma sorridente, proprio quando decisi di allontanarmi da una realtà ovattata e apparentemente comoda. La vita è adesso. In effetti, è proprio vero quanto mi disse una persona lo scorso settembre, tra un'avventura e un'altra: "sei pieno di inquietudini". Me lo disse col sorriso sulla labbra e con gli occhi accesi, nonostante mi conoscesse poco. Però, silente, mi appoggiava, mi spronava e, sotto sotto, mi invidiava anche un po'.


1 commento:

  1. Eh caro amico è proprio così, invidia per la tua scelta che molti non riescono a fare per paura e per mancanza di coraggio. Io come sai faccio parte dell'altro lato della barricata, ed mi difendo insieme a te nella battaglia della vita, lotto per essere libero, non schiavo di un sistema che ci vuole tutti come dei soldatini monotoni e monotemi...come diceva un famoso comandante Adelante Companeros!

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