mercoledì 7 ottobre 2015

Tempo

Nel salone-cucina semi vuoto rimbomba l'eco delle lancette di un orologio che sembra funzionare per caso in un appartamento improvvisato e provvisorio. Al polso sinistro un braccialetto ormai consunto sostituisce il marchingegno che solitamente indica in che minuto, secondo e ora si trova la parte di mondo da me occupata.

L'acquazzone che rinfresca l'aria anticipa il calo del tepore, quella sensazione di libertà nel vestire sandali e non preoccuparti per il cambio di clima che rasserena l'animo fino al suo punto più profondo. Una parola. Tempo. Cinque lettere che abbracciano due concetti: lo scorrere dei momenti e il cambiamento delle condizoni atmosferiche.


In inglese e in francese, la stella parola viene usata per indicare il ritmo. Eppure, al di là di queste empiriche definizioni lessicali, il tempo è una sensazione astratta che fa da termostato della vita. Indefinito, a volte lento a volte rapido, il tempo aiuta ma al contempo danneggia. Variabile impazzita, può decidere di scorrere dolcemente al ritmo di pioggia o in maniera fulminea con la totale assenza di nuvole.

Il tempo decide per noi. Attraverso di esso le emozioni si amplificano o svaniscono. E per colpa del tempo siamo costretti a decidere, attanagliati da scelte condizionate da possibili direzioni da prendere, controvento o in alta marea. Poi ci fermiamo. Proviamo a controllare il nostro tempo, spesso senza riuscirci. Perché il mondo si muove intorno a lui, in un ritmo insostenibile, mentre le lancette intorno alla terra disegnano il presente senza badare al futuro.




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