martedì 16 novembre 2010

Left my soul there down by the sea...


D'improvviso prendere una bici e lanciarsi giù in picchiata. Poche pedalate, Il luccichio del sole ti guida e l'aria si fa più fresca, rilassata, salata.
Eccolo lì, si proprio lui, il mare. Anelarlo da tempo, pur avendolo così vicino, pur conoscendone tutti i segreti, mi aveva fatto venire voglia di tornare a parlare con lui e sentire la sua voce cristallina sussurrare nel vento. Poche parole, ma limpide e serene, come sempre.
Un posto su uno scoglio è sufficiente per accoglierti. Ti permette una visione ampia di tutto. Cerchi le nuvole ma non trovi niente che gli somigli salvo un paio di ghirigori bianchi disegnati dalle rotte di qualche aereo.
Il colore blu vivo del mare si incrocia con l'azzurro armonioso del cielo lì in fondo all'orizzonte, dove la mano non arriva ma si gli occhi e si apre un nuovo spazio appena percettibile, un luogo non luogo, un vortice nel vortice. Inizi il viaggio nelle orbite di un caleidoscopio e tutto ti travolge, piacevolmente.
Irrora dirompente una pace virtuosa, frizzante, è un'eccitazione mista alla calma. Ti culla la brezza senza farti alcun male, sembra quasi voglia accarezzarti.

Regalo del mare è la sensazione di infinito, ovunque tu sia. Con gli occhi capace di viaggiare ad oltranza, ti perdi nelle increspature delle onde i cui riflessi d'argento non accecano, bensì ti inebriano, ti attraggono.
La voglia repentina di un tuffo, appena mitigata dalle raffiche insidiose che bussano alla porta delle tue ossa. Eppure lui è li, ti richiama, ti prende, sembra non voler mollarti e tu, inerme, ti rispecchi in esso, lo contempli beato, ascolti il canto delle sue sirene e resti avviluppato in un groviglio di corde mentali che ti bloccano, per ora...

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