sabato 18 settembre 2010

London Bridge


Cercando su google "London Bridge" la prima opzione nella quale l'utente di imbatte in una semplice e chiara descrizione:
"London Bridge è un ponte sul Tamigi a Londra, che collega la City of London al borgo londinese di Southwark al quale corrisponde una stazione della metropolitana londinese, nonché uno snodo fondamentale delle ferrovie regionali."
In effetti, in special modo per i nostri frequenti spostamenti dal sobborgo di Peckham Rye, per questo luogo spesso ci siamo trovati a passare per raggiungere il cuore pulsante della città.

Eppure per me, piano piano, London Bridge ha iniziato ad assumere un significato diverso, un'accezione particolare a causa di un viaggio, un altro viaggio.

Londra come un ponte tra l'Italia e la Turchia. Un ponte strano, non fatto di legno né di metallo, né a strapiombo su una vallata né a collegare un lembo di mare. Strano vero?
Il ponte di Londra ha rappresentato due settimane di riscoperta non solo di un luogo, ma di valori sani e forti che purtroppo ultimamente si erano affievoliti per forza di cose.
Il ponte di Londra mi ha permesso di porre le basi per un'altra avventura senza meta, apparentemente senza senso e alla cieca.
Dopo tre anni ecco ripresentarsi, nel lungo cammino della vita, persone che avevo lasciato lì a malincuore. Come se il tempo non fosse passato, ritrovarsi davanti a una birra o in un ristorante libanese tra shawarma e narghilè, sorrisi e ricordi.

Rivalutare un luogo prescindendo dai luoghi comuni, viverlo davvero con persone importanti, tra sprazzi di vita rocknrolla e pomeriggi di "jattamma" in uno dei tantissimi parchi. L'odore di fiume-mare a Greenwich e le notti brave a Camden e Fulham, il giusto prolegomeno insomma...

East is East. Londra guarda ad Oriente e noi con lei, pronti a partire, via Colonia...

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