martedì 13 ottobre 2009

sembrava un gioco, uno scherzo


ce l'avrei mai fatta, esami, impegni, piede a mezzo servizio, soldi?
alla fine tutte ste domande si sono rivelate futili, senza senso, alla fine zaino in spalla per la seconda volta in un mese sono salito su un aereo e li senza meta...
sbarco o meglio atterro ai piedi dell'Atlante marocchino, dove le montagne sembrano deserto, dove a pochi passi dal nulla si staglia la ridente Fez, raggiungibile con un autobus che probabilmente risale all'epoca coloniale, dove il controllore che vende i biglietti è anche una guida, dove la gente sale fino a riempire il suddetto autobus come una scatola di sardine, dove ovviamente le fermate non sono certo segnalate e devi andare a tentoni...

Un altro continente, vicino ma lontano, un'altro mondo dove la lingua franca inglese non è il passepartout che puoi utilizzare in Danimarca, in Olanda, in Giappone, per cui gioco forza, essendo l'arabo per me "arabo" mi vedo costretto ad esprimermi, per le poche volte in cui parlo con qualcuno, in francese.

Una scoperta lenta, frammentata, quando sei da solo apri ancora di più i tuoi occhi, ma alcuni momenti non riesci a condividerli con nessuno, perciò tutto ti sembra valere di più, sei solo tu, davanti hai solo ciò che c'è li, il dietro non conta, la strada la tracci tu, anche se ti mancano gli strumenti, vai avanti e basta...

Dopo poco le parole "Medina", "Ville Nouvelle", "Riad" iniziano a suonarmi familiari, mi immergo in un mondo ed in una cultura sconociuti, e tutto ciò è il propellente che mi spinge a guardarmi intorno, cercando di superare i classici pregiudizi che si possono avere prima di un viaggio. Poi arrivi li, e scopri che è semplicemente un'altra maniera di vedere e di interpretare il corso della vita.
I grandi caffè affollati a qualsiasi ora di soli uomini intenti a bere qualcosa alle terrazze, i negozi sempre aperti nelle cui baracche viene stipato ogni genere di alimento o suppellettile, per non parlare poi del traffico... ecco qui viene da fare un discorso a parte, per un napoletano essere pedone in una città marocchina forse non è come bere un bicchiere d'acqua, ma nemmeno è VODKA. Dunque in qualche modo ti arrangi, e capisci che le strisce pedonali valgono meno del 2 di briscola, mentre il ruolo meramente pletorico delle forze dell'ordine non ti sconvolge più di tanto...

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