mercoledì 14 ottobre 2009

Medine, Medrase, Minareti...



Fez e Meknés, due tra le più antiche città imperiali del Marocco, con le loro influenze berbere e l'ereditarietà della colonizzazione francese, si dividono, anzi si spaccano in due entità totalmente avulse l'una dall'altra.
Da una parte c'è la Medina, il cuore pulsante della città, luogo dove i souq si alternano a botteghe artigianali che vendono di tutto, si passa dai negozi di calzature alle panetterie, dove i venditori perdono più tempo ad allontanare gli insetti che a incitare la gente a comprare i loro prodotti. In realtà, se non fosse stato per i macellai che davano in diretta spettacoli come la decapitazione di una gallina o di un pollo, tutto ciò mi sarebbe sembrato molto familiare a un qualsiasi mercatino allestito la domenica a Poggioreale(Napoli) o a Porta Genova(Milano)

Particolare menzione merita la medina di Fez, un autentico dedalo di viuzze nelle quali persino le guide più esperte finiscono per perdersi. in effetti la mappa che avevo a disposizione era si dettagliata, ma decisamente inservibile all'occorrenza, dato che le strade principali erano si riconoscibili, ma quelle secondarie si rivelavano essere dei vortici dai quali per uscire l'unico modo era fare la strada a ritroso. Infatti, dopo essermi perso in cerca dei giardini andalusi ed aver avuto l'impatto scioccante dell'urlo agghiacciante di un venditore di pane che si aggirava furtivo alle mi spalle (sia maledetto!!) sono riuscito a ritrovare la via smarrita grazie al punto di riferimento che mi ero prefissato: un uomo intento a girare continuamente il suo brodo di lumache in una casseruola gigante, che conservava la stessa impassibile espressione nel suo gesto automatico, che sembrava ormai più un rituale astratto al quale lui era ormai assuefatto...

Dopo essere uscito indenne dalla Medina di Fes-el-bali, grazie anche all'aiuto del mio MP3 che mi aveva salvato dalla tentazione di fermarmi a parlare con qualcuno (al contrario di Ulisse e le sirene per intenderci), quella di Meknés mi è sembrata uno scherzo, anzi mi ha in parte deluso. Non era così pregna di fascino e di antichità, non ti dava l'idea di perdizione di quella di Fez che ti rendeva partecipe di un posto a suo modo magico e misterioso...

Tuttavia, come qualsiasi posto, la magia è destinata ad affievolirsi, a sbiadirsi col passare del tempo, soprattutto dopo una estenuante camminata e senza l'aiuto di una guida, quello che più vuoi è tornare in albergo e stenderti, anche perchè il tuo maledetto fuso orario italiano ti ha costretto ad una levataccia che risentirai per i giorni a seguire

E' li che prendi la decisione che, nonostante tu sia un Marocco, è bene iniziare a prendere confidenza con la famigerata "siesta" spagnola...

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