domenica 17 gennaio 2010

janvier 2009 - 2010


Un compleanno è sempre qualcosa di speciale, soprattutto quando è il primo. Un anno vola, scorre come un fiume in piena trascinando con sé ricordi. Il compleanno, specie quando è il primo, ti fa rivivere tutto come il più classico dei flashback. Prendi il telecomando e azioni il rewind, le immagini ripercorrono gli eventi, nonostante tu li abbia impressi nella tua mente, come se tutto ciò fosse accaduto ieri. È piacevole, senti un brivido, ritorni in luoghi familiari, attimi fuggenti, è come se la tua mente stesse disegnando un quadro dove tu sei il protagonista, ma non si tratta di un semplice autoritratto, è più simile ad un quadro astratto, senza ordine, dove è il caso a farla da padrone, ad aggrovigliare i fili della vicenda.
Passeggiate infinite, viali interminabili, la mente perduta segue i piedi in maniera istintiva, la via prosegue lentamente, vedi il cielo cambiare colore, vedi le persone sfiorarti, ti senti parte di questo mondo, quando fino a poco prima non eri sicuro di essere vivo davvero.
“I used to rule the world, see the rise when I gave the word” echi risuonano nei tuoi timpani, campane, violini, tutto è una musica che ti guida, ti accompagna, e spunta un sorriso sul tuo volto.
In quel compleanno senti che è passato un anno, ma non sei invecchiato, anzi, hai vissuto tanto da poterti sentire ringiovanito di vita pura, sei cresciuto, e se quel 12 gennaio 2009 non avessi messo piede su quell’aereo, incurante delle titubanze di tante persone a te vicine, oggi probabilmente non saresti lo stesso.
Spesso penso di essere solo, nato solo, camminerò solo per cercare dentro di me ciò che sono, eppure appena mi guardo intorno apro gli occhi e vedo che, nonostante sia io a decidere del mio destino, avrò sempre qualcuno al mio fianco che mi sorreggerà quando starò per cadere, o che mi alzerà da terra quando sarò stremato, o in ginocchio. Il valore puro dell’amicizia lo riscopriamo solo raramente, quando lo sentiamo necessario, eppure un amico non ci abbandona mai, ci conosce meglio di molti altri e non lesina il suo aiuto ed il suo affetto.
Io non ho fratelli o sorelle, ho sempre cercato in altre persone delle figure simili. Sull’orlo del baratro ho scoperto di avere invece un fratello ed una sorella, due folli, certamente, trattandosi di me non poteva essere diversamente.
Senza di loro adesso non so se potrei avere un ricordo piacevole, non so se potrei festeggiare questo compleanno, invece sono qui, alle 4 e 30 del mattino, e non ho sonno…
Non vivo di ricordi, ma amo viaggiare nel passato, come amerò ancor di più viaggiare nel futuro.
Ed è proprio in quel momento che chiudendo occhi si schiude il cuore, emozioni che riaffiorano, ed allora li penso che la gente che ti ama veramente è quella che ti segue, che ti ama per quello che sei, che non da retta ai giudizi degli altri pur di darti il suo sostegno…
Ecco, proprio ora chiudendo gli occhi rivedo qualcosa: gli 11 km di notte, da Abbesses a Lourmel, le urla liberatorie, la stanchezza mista a gioia, le luci dell’alba al ritorno…

Sono sulla banchina, il treno è li, mi aspetta, sa che devo finalmente tornare a casa, la missione è conclusa, sono di nuovo IO. Li vicino a me, due persone speciali che non usciranno mai dalla mia vita, mi sorridono, cercano nei miei occhi qualcosa che non riesco a dire con le parole, ma che le lacrime lasciano ad intendere perfettamente… non li ringrazierò mai abbastanza…

Attraverso campagne soleggiate, mi guardo allo specchio e finalmente mi vedo ridere, capisco che la salita ripida è finita, è giunto il momento di cominciare la discesa, con calma, senza fretta, ma senza pausa, non mi fermerò…

Un giorno forse avrò il coraggio di dirvelo negli occhi, forse un giorno, quando, nonostante l’età che avanza, ricorderò per filo e per segno quel passaggio cruciale della mia vita, dove mi sono imbattuto in due compagni di viaggio e di avventura unici, che, come Sam con Frodo, mi hanno trascinato fino al Monte Fato a liberarmi di un pesante fardello…

Marco, Loise, non mi basterà mai dirvi grazie

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